Il sonno, il lasciarsi andare ai sogni, all’incontro con la parte più nascosta di noi stessi, è importante nella vita.
Fin dalla vita intrauterina il bambino comincia a sognare, dipingendo immagini contornate di emozioni , naturalmente strettamente connesse a quelle provate dalla mamma.
E’ il bambino che permette ai genitori di diventare tali: la sua mamma e il suo papà.
Mamma e papà che sono ancora prima figli , che sono dunque stati bambini e che conservano la parte bambina dentro di loro.
La venuta al mondo di un figlio riattiva inconsciamente nei genitori le dinamiche relative ai rapporti avuti da bambini con i propri genitori , tant’è che talvolta risulta complicato differenziare i propri vissuti del passato dalle nuove dinamiche relazionali col figlio.
Una difficoltà potrebbe essere rappresentata dalla momentanea impossibilità genitoriale a “collocare” il bambino nel suo lettino.
Il bambino vorrebbe un proprio spazio, una propria collocazione mentale che lo distinguesse e separasse dalla mamma e dal papà e, nel concreto, un lettino personale . Vorrebbe sentirsi riconosciuto come “terzo”, il nuovo appena giunto.
Talvolta si dice che il bambino voglia dormire nel lettone, invece, forse, per storie di vita personali, per la maggior parte inconsapevoli, sono i genitori a tenere stretto il bambino.
L’avvicinarsi della sera, pertanto, può suscitare tensione nella coppia genitoriale
Forse, se i genitori si sentissero, potrebbero provare a dare spazio al bambino nel suo lettino attendendo pazientemente l’addormentamento, magari dando la manina, canticchiando canzoncine o sussurrando fiabe. Così differenzierebbero il lettino dal lettone, ovvero da quello spazio-altro d’intimità di cui i genitori necessitano.
Vero che genitori più sereni, renderebbero confortevole il clima familiare.
Dott.ssa Silvia Micali
Psicologa e Psicoterapeuta